Il Carnevale in Russia: come si festeggia

Un tempo molti popoli celebravano le feste preparando frittelle e regalandole a parenti e amici. Secondo gli etnografi e gli esperti di folklore la festa del Carnevale è di origine pagana: alla vigilia di questa festività, durante il Sabato Universale dei Genitori, si commemoravano gli avi mangiando frittelle e si celebrava con grande gioia la fine dell'inverno e l'arrivo della primavera. 

In Russia il Carnevale cade nell'ultima settimana prima della Quaresima, detta anche "La Settimana del Formaggio". Si mangiano formaggio, burro, uova, panna acida, ricotta, frittelle e pasticci, ma non la carne.

Un tempo il Carnevale durava otto giorni: si facevano passeggiate con le carrozze e le slitte ornate a festa, come anche i cavalli; e si costruivano cittadelle di neve e palazzi di ghiaccio. Era piuttosto comune fare il bagno nei fiumi ghiacciati e le visite ai parenti, amici e vicini di casa erano piuttosto frequenti. Ad ogni giorno della settimana veniva inoltre dato un soprannome: il lunedì si chiamava "Incontro", il martedì "Giochi", il mercoledì "Leccornie", il giovedì "Il largo giovedì", il venerdì "Veglione della suocera", il sabato "Festa delle cognate" e la domenica "Addii" oppure "Domenica del perdono". 

Le frittelle, piccole e grandi, sono il piatto numero uno sulla tavola russa a Carnevale: sono un ottimo antipasto caldo per accompagnare un bicchiere di vodka, nonché un insostituibile complemento per il tè o il caffè. I ripieni possono essere i più svariati: di carne macinata con cipolle fritte, di carne di pollo, di ricotta, marmellata, confettura e bacche fresche, di bosco o di giardino.  A volte vengono messi anche pesce salato e caviale, rosso o nero. 

Vediamo insieme una ricetta facile e veloce per preparare le frittelle!

COME PREPARARE LE FRITTELLE RUSSE

Ingredienti
5 cucchiai di farina, 2.5 bicchieri di latte, 2 uova, 1 cucchiaio di zucchero, 1/3 di cucchiaino di sale, 2-3 cucchiai di olio. 

Come si prepara
Frullare le uova, il sale e lo zucchero e aggiungere il latte e la farina. Mescolare tutto, aggiungere l'olio e continuare a mescolare. Cuocere le frittelle su una padella ben riscaldata e unta di burro. 

ПРИЯТНОГО АППЕТИТА! BUON APPETITO!

Impariamo nuove parole russe con Masha e Orso!

"Masha e Orso" è un cartone animato liberamente ispirato a personaggi del folklore russo. Ha vinto il premio come "Miglior Serie di Animazione" ai Kidscreen Awards 2015, uno dei più importanti concorsi per l'animazione che comprende riconoscimenti per la categoria "Programmi per Bambini". Produttore della serie è Dmitri Loveiko. 

Volete imparare a fare apprezzamenti in russo? Riascoltate attentamente l'episodio dove Masha si fa i complimenti davanti allo specchio (minuto 2.31). Leggete la frase riportata qui sotto e ripetete con enfasi: 
"Uh (ti)! La takaia! Nietu slof! (in italiano: "Ooh, mi piace! Non ci sono parole!"). 

Ricordate che la «X» russa (suono "H") viene pronunciata come la «h» inglese nella parola "Hello". 

Чтобы помочь Медведю завоевать внимание холодной Медведицы, Маша организует собственную рок группу и снимает клип. Заяц на барабанах, волки на клавишах, белка на гармошке, Маша солирует на гитаре! Такого лесная опушка еще слышала.

Torta di mele: un dolce cosmopolita!

TESTO IN ITALIANO:

La torta di mele è un dolce famoso in tutto il mondo e ogni paese ne reinterpreta la ricetta in base alle proprie tradizioni: scopriamo insieme alcune varianti di questa buonissima torta! 
La Charlotte di mele viene preparata con crema bavarese e savoiardi, cui vengono aggiunti degli strati di mele. Questa pietanza è nata in Francia e inizialmente era a base di crema di panna e frutta, pane bianco e liquore. Con il tempo la sua ricetta è diventata più semplice e oggi la si può preparare in casa con facilità. Si ritiene che la Charlotte sia stata creata dallo chef francese Marie-Antoine Carême, che ricopriva la carica di capocuoco nel palazzo dello zar russo Alexandr I. 
La Tarte Tatin è una torta a base di mele e caramello, creata dalle sorelle Stephanie e Caroline Tatin. Eredi di un albergo, entrambe si occupavano di preparare da mangiare per i loro ospiti. Un giorno, a causa della fretta, una delle sorelle scordò di aggiungere la pasta brisé sul fondo della torta che stava preparando e lasciò cuocere da sole le mele caramellate; quando si accorse dell'errore, ricoprì il composto con un disco di pasta e capovolse la torta: nacque così la Tarte Tatin, una torta che si distingue per la particolarità di mostrare il ripieno anziché nasconderlo nell'impasto. 
In Austria, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Moldavia e Ucraina è invece molto diffuso lo Strudel con ripieno di mele e marmellata di frutti di bosco. Si prepara con la pasta non lievitata, in modo che rimanga morbido. "Se volete avere la vita di una vespa mangiate spesso lo Strudel" dice lo slogan di una pasticceria di Vienna! 
Ogni paese vanta la propria ricetta della torta di mele: l'ingrediente che però non deve mai mancare è la fantasia! 

Buon Appetito!

TESTO IN RUSSO:

Пожалуй, шарлотка - самый популярный из всех известных яблочных пирогов. Ее готовят из запеченного теста или сухарей со слоями из яблок. Это десертное блюдо появилось во Франции, первоначально оно состояло из сладкого крема с фруктами, белым хлебом и ликером. С течением времени рецепт шарлотки значительно упростился, теперь ее с легкостью можно приготовить в домашних условиях.
Существует несколько версий происхождения шарлотки. Основная из них гласит, что идея приготовления принадлежит французскому повару Антуану Карему, который состоял на службе у русского царя Александра I. 
Татен - это перевернутый яблочный пирог с карамельным сиропом. Его изобрели сестры Стефани и Каролина по фамилии Татен. В наследство от отца им досталась гостиница. Женщины продолжили принимать постояльцев, управляли хозяйством и сами готовили на кухне. Однажды одна из сестер в спешке положила яблоки на дно формы для выпечки, просто перепутала последовательность действий. Заметив свою оплошность, сверху она добавила тесто и поставила пирог в печь. Вынимая из формы готовый пирог, женщина перевернула его и так и подала - яблоками кверху. В те времена пироги пекли с закрытой тестом начинкой, поэтому перевернутое угощение произвело настоящий фурор. 
В Австрии, Германии, Чехии, Венгрии, а также в Молдавии и на Украине распространен и любим яблочный штрудель. Это кондитерское изделие готовят из вытяжного теста с яблочной начинкой, часто его подают с нежной подливкой из ягод. Для приготовления теста не требуется дрожжей, поэтому оно долго не черствеет - это большое преимущество товара в глазах оборотистых владельцев кондитерских лавочек. «Если хотите иметь осиную талию, то почаще ешьте яблочный штрудель», - такой плакат украшает стену одной из кондитерских в Вене.
У каждой хозяйки в арсенале есть несколько разных вариантов приготовления яблочного пирога. Нередко женщинам приходится импровизировать на кухне с уже опробованными на членах семьи рецептами, отправная точка для кулинарных экспериментов - фантазия и собственное настроение.    

Tra barzellette e satira sociale: introduzione all'umorismo russo

In Russia si dice: "il riso e il pianto stanno nel medesimo sacco". L'umorismo infatti è considerato davvero di qualità quando è velato di tristezza: come diceva lo scrittore Nikolaj Gogol', bisogna "ridere fra le lacrime". 

Le barzellette (in greco "anekdotos", brevi racconti divertenti non scritti) sono senza dubbio la forma di comunicazione più diffusa in Russia. Sono probabilmente il genere orale più usato, quello con cui si fa ironia, si deride, si scherza e si critica. Durante il periodo sovietico il genere si è sviluppato e ha raggiunto una certa popolarità: la barzelletta all'epoca era infatti considerata la vera voce del popolo

 
 

Ai tempi dell’Unione Sovietica i russi amavano le barzellette di Chukchi (in russo «чукча»), un personaggio innocente e ingenuo originario del Polo Nord ignaro di come si vive nella Russia centrale. I protagonisti più popolari delle barzellette sono Lenin, Brežnev, Chruščëv e Gorbačëv, ma ci sono anche tantissimi film amati da molte generazioni come "Chapaev", "Stierlitz" e "Sherlock Holmes", alla base dei quali sono nate le barzellette di Vasilij Ivanovich Chapaev, un eroe grezzo e ignorante della guerra civile degli anni venti. Un altro personaggio molto amato è l'agente segreto sovietico infiltrato nelle file dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, che aveva la capacità di cavarsela nelle situazioni più disperate. E non dimentichiamo gli eroi dell'infanzia, dei libri per bambini o dei cartoni animati che sono diventati protagonisti di barzellette raccontate in tutto il paese: "Burattino", "Il coccodrillo Ghena" oppure "Il riccio nella nebbia".
Tramite le barzellette, gli eroi degli anni Venti come Lenin e Capaev sono diventati veicolo d'espressione di problemi di attualità e di satira sociale. Oggigiorno esiste inoltre un'ampia serie di barzellette dedicate ai cosiddetti "nuovi russi", («новые русские»), i nuovi ricchi che hanno fatto fortuna negli anni '90 grazie alla Perestrojka: viene presa in giro loro ignoranza, il loro modo di farfugliare e la loro voglia sfrenata di ricchezza. 

Ma come si racconta una barzelletta russa? Sicuramente non si può dire una barzelletta su Lenin senza parlare con la erre moscia; è inoltre molto importante saper gesticolare e mimare, oltre ad avere l'abilità recitativa di un attore. 

Una barzelletta molto popolare in Russia è quella scritta da Vasile Ernu nel suo libro "Nati in URSS": 
"Su quante dita vive il cittadino sovietico?". "Il comunista vive su un dito (l'interprete deve mostrare il pollice rivolto verso l'alto con la mano chiusa, che significa "eccellente"), l'operaio vive su due dita (l'interprete stende l'indice e il medio in avanti, tenendo chiuse le altre dita e portando la stessa mano alla gola; è il modo per indicare una bevanda alcolica), il contadino vive su tre dita (l'interprete infila il pollice tra l'indice e il medio formando il simbolo del "fico", un'allusione alle feci),  l'intellettuale vive su quattro dita (appoggia il medio e l'indice di una mano sulle due dita analoghe dell'altra mano incrociandole, formando così il simbolo della galera) e lo studente vive su cinque dita (e mostra la mano tesa, come il mendicante)". 

Somiglianze tra l'italiano e il russo: i nomi che indicano le professioni

Oggi parliamo dei nomi utilizzati in russo per indicare le professioni: nonostante l'italiano e il russo appartengano a due famiglie linguistiche diverse, i termini che indicano i mestieri in alcuni casi sono davvero molto simili: scopriamoli insieme!

шофер (shafior) autista
художник (hudognik) pittore
булочник (bulochnik) panettiere
балерина (balirina) ballerina
бейсболист (bisbalist) giocatore di baseball
журналист (gurnalist) giornalista
детектив (detectif) investigatore
фермер (fermir) agricoltore
пожарный (pagarnij) pompiere
механик (mihanik) meccanico
актер/актриса (aktior/aktrissa) attore / attrice
адвокат (advakat) avvocato
учитель (uchitiel) professore
спасатель (spasatiel) soccorritore
фокусник (fokusnik) prestigiatore
медсестра (mitsistra) infermiera
водопроводчик (vadapravochik) idraulico
полицейский (palitzejskij) poliziotto
музыкант (musikant) musicista
врач (vratch) medico 

La Fiaba Russa di Nonno Gelo

Una matrigna aveva una figlia e una figliastra. Qualsiasi cosa facesse la figlia, le accarezzava la testa e le diceva: "Che intelligente!". La figliastra invece, malgrado fosse una ragazza d'oro, veniva criticata qualunque cosa facesse. Fu così che la matrigna decise di cacciarla di casa. «Portala via, vecchio, portala dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano e le mie orecchie non sentano più parlare di lei; ma non portarla dai parenti in una casa calda, portala nei boschi dove il gelo erode le pietre!». 
Il marito si rattristò e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta. Avrebbe voluto coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata nei boschi e la rovesciò su un cumulo di neve; poi tornò a casa in tutta fretta per non assistere alla morte della figlia. La poverina rimase sola. Tutt'a un tratto, saltando da un abete all'altro, arrivò il Gelo. Dalla cima dell'albero le domandò: «Hai caldo, fanciulla mia?» «Sì, Nonno Gelo, sono al calduccio». Il Gelo scese più in basso, facendo scricchiolare i rami. «Dunque hai caldo, fanciulla? Stai veramente al caldo, bella mia?». Lei riusciva a malapena a respirare. «Sono al caldo, Nonno Gelo, sono proprio al caldo». Il Gelo scese ancora di più. «Hai sempre caldo, fanciulla? Stai veramente al caldo, bella mia? Dimmi che hai caldo, tesoro mio!». La fanciulla, intirizzita dal freddo, non riusciva più a muovere nemmeno la lingua. «Se tu sapessi che caldo che ho, Nonno Gelo!». E allora il Gelo ebbe pietà della fanciulla; la coprì con pellicce di lana e la scaldò con coperte di piume. 

Intanto la matrigna, che già stava preparando il banchetto funebre, cuoceva le frittelle. Poi gridò al marito: «Vai, vecchio pelandrone, porta indietro tua figlia, è il momento di seppellirla!». Il vecchio andò nel bosco e arrivò nel luogo dove aveva lasciato la figlia. La trovò tutta allegra sotto l'abete, rosea, con una pelliccia di zibellino e ricoperta d'oro e d'argento. Vicino a lei c'era un baule pieno di ricchi doni. Il vecchio se ne rallegrò; mise tutto nella slitta, fece salire la figlia e si recò a casa. La matrigna intanto continuava a cuocere frittelle. Tutt'a un tratto la porta si aprì e la figliastra, ricoperta d'oro e d'argento, entrò raggiante; dietro di lei c'era un baule grande e pesante. La vecchia la guardò perplessa, poi disse al marito: «Sella un altro cavallo, tu, vecchio pelandrone! Porta anche mia figlia nel bosco e mettila nello stesso punto!». Il vecchio mise la figlia della vecchia nella slitta, la portò nel bosco, la rovesciò sul cumulo di neve sotto il grande abete e andò via. La figlia della vecchia batteva i denti in mezzo alla neve. Arrivò il Gelo saltando da un abete all'altro: «Dimmi, hai caldo fanciulla?» E lei rispose: «Mamma mia, che freddo! Smetti di far scricchiolare i rami, Nonno Gelo!». Il Gelo scese ancora più in basso, facendo scricchiolare i rami. «Hai caldo, fanciulla mia? Hai caldo, bella mia?» «Oh, non sento più i piedi, non sento più le mani! Vattene, Nonno Gelo!». Il Gelo scese ancora più in basso e domandò: «E adesso hai caldo, fanciulla? Dimmi se hai caldo, bella mia!» «Oh, che strazio! Mi hai proprio congelata! Va' via, maledetto Nonno Gelo!». Il Gelo allora andò in collera e assestò una tale botta alla fanciulla che costei ghiacciò all'istante. 
Allo spuntare dell'alba, la vecchia mandò il marito a riprenderla: «Presto, vecchio pelandrone, vai a cercare mia figlia e portala qui con tutto l'oro e l'argento!». Il vecchio partì. Quando si aprì la porta, la vecchia si precipitò incontro alla figlia. Aprì la stuoia e vide che giaceva morta nella slitta. La vecchia pianse, ma ormai era troppo tardi.